Luoghi di transizione, 'eterotopie' e 'non-luoghi' – osservazioni sulla rappresentazione letteraria della stazione

Roč.37,č.2(2016)

Abstrakt
L'articolo è dedicato all'analisi della rappresentazione della stazione ferroviaria nella "letteratura migrante" contemporanea, che ha saputo raccontare le metropoli italiane e i suoi landmarks con sguardo decentrato e spesso fortemente critico. Il percorso proposto si articola in quattro tappe e comprende due scrittori appartenenti al canone letterario nazionale, Carlo Emilio Gadda e Italo Svevo, e due scrittrici "migranti", Igiaba Scego, italiana di origini somale, e Anna Belozorovitch, proveniente dalla Russia. Attraverso un'analisi comparativa si cercherà di rispondere alle seguenti domande: come è cambiata la funzione letteraria della stazione? C'è una continuità nelle strutture semantiche e metaforiche della stazione tra la letteratura del primo Novecento e quella degli ultimi decenni? Quanto influiscono gli autori del canone sulla cosiddetta letteratura della migrazione? E quanto le nuove teorie dello spazio, tra cui quelle di Marc Augé (non-lieux) e Michel Foucault (hétérotopies)?

Klíčová slova:
letteratura migrante; eterotopia; non-luogo; stazione ferroviaria; modernità; patria; tradizione letteraria

Stránky:
44–56
Reference

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